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Archivio tag: DIANO MARINA

17 agosto 2019, Villa Scarsella (Diano Marina, Im). Una suggestiva atmosfera tipica di una calda serata estiva, un’orchestra dotata di talento ed eleganza, un Maestro a dirigerla e poi uno dei capolavori più affascinanti nella storia musicale e teatrale, Tosca di Giacomo Puccini, diretta dal grande regista Alessandro Bertolotti.

Ma cominciamo spiegando cos’è che rende questo melodramma di per sé così speciale. È la storia d’amore tra Flora Tosca, protagonista indiscussa di questo capolavoro, e Mario Cavaradossi che, nonostante le incomprensioni, le incertezze, l’invidia e i piani diabolici del capo della polizia, il Barone Scarpia, trionfa per l’eternità.

E vince semplicemente grazie a lui, che la ama così tanto da perdonarle il “tradimento”, l’accecata gelosia, da accantonare il suo orgoglio di uomo, e grazie a lei, donna dotata di intelletto ed eleganza, apparentemente sicura di sé, temeraria e indipendente.

La musica di Giacomo Puccini poi, cosa lo diciamo a fare! Udirla a occhi chiusi porta a toccare con l’immaginazione luoghi lontani, emozioni quasi sconosciute. Una musica fatta di tonalità per lo più forti e dinamiche che vanno a confermare la vitalità della trama riuscendo così a rendere il dramma in cinque atti di Victorien Sardou, dalla quale è tratta la Tosca di Puccini su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, ancora più autorevole e suggestivo.

Fascino confermato dal talento dell’Orchestra Lombardia Lirica che, diretta dal magnetico Maestro Stefano Romani, ha colpito nel segno accompagnando importanti attori di fama internazionale.

Prima tra tutti il soprano Irene Cerboncini, la quale ha interpretato Flora in modo così vero e toccante da renderlo a mio avviso un vero e proprio gioiello scenico. È la sua abilità nell’offrire allo spettatore l’evoluzione del personaggio che va a interpretare a venire fuori egregiamente.

Inizialmente poco incline all’ascolto, tormentata, superficiale, Tosca si trasforma infatti nel corso dell’opera in una donna coraggiosa, pronta a tutto pur di salvare il suo Mario, anche cedere alle lusinghe di “un uomo che le fa ribrezzo”, Scarpia, personaggio crudele, determinato, pronto a tutto per ottenere ciò che vuole, uccidere Cavaradossi e avere Tosca con sé, come dimostra l’eccellente interpretazione del baritono Enrico Marrucci.

Audace, forte, “eroica” anche quando compie il malsano gesto andando contro ai principi religiosi per i quali ha incentrato la sua esistenza, il giudizio divino. Momento tragico, così toccante da colpire il pubblico dianese al punto da rimanere quasi abbagliato davanti alla cura con la quale la Cerboncini adagia il crocifisso sul corpo dell’uomo da lei ucciso, in segno di scuse a Dio, ma non di rimpianto.

Gesto drammatico, frutto della paura di perdere il suo amato pittore, confermata peraltro dall’aria “Vissi d’arte”, precedente all’omicidio del barone, una delle più belle dell’opera in quanto è proprio qui che lo stato d’animo di Flora viene fuori, incredula di fronte a una punizione così cattiva, proprio a lei, che ha sempre vissuto d’arte e d’amore. Un’aria nella quale la nostra attrice trionfa trasformandosi nella vera protagonista di questa Tosca.

E poi c’è lui, Mario Cavaradossi, interpretato da Massimiliano Pisapia, dal quale traspare un uomo puro, amante di Tosca, follemente innamorato al punto da perdonarle la folle gelosia e la conseguente impulsività, contemporaneo in questo, diverso infatti dallo stereotipo dell’uomo ottocentesco, distaccato e poco incline a manifestare i suoi sentimenti verso la propria amata.

Emozioni che emergono dal talento attoriale e musicale del tenore coprotagonista, come si può riscontrare dall’aria “E lucevan le stelle”, così nostalgica da commuovere, così toccante da coinvolgere un pubblico totalmente ipnotizzato, reazione ancor più forte di fronte a un finale conosciuto, ma comunque ugualmente straziante, che vede la morte dei due amanti, vittime di inganno e ingenuità.

Tre atti vivi, dinamici, catartici, diretti eccellentemente da Bertolotti, il quale è riuscito a tirar fuori la vera natura della Tosca, appassionante, dolorosa, ammaliante e sotto certi aspetti davvero contemporanea.

Degne di nota sono inoltre la passione e l’energia unite di pari passo in un’Artista con la A maiuscola, il Maestro Romani, che solo a guardarlo mentre dirige la sua orchestra, suscita incanto e autorevolezza.

Così come il Coro Lirico Quadrivium di Genova dalla cui voce emerge ciò che può definirsi “impeto teatrale”, ciò su cui ruota l’impegno, la passione e il trasporto, elementi fondamentali per la buona riuscita di uno spettacolo. Talento, onere, trasporto dai quali emerge un precedente lavoro di studio da parte dai coristi coordinati egregiamente dalla responsabile Annamaria Massari e dal Maestro G.B. Bergamo.

Ammirevoli sono infine Villa Scarsella, che ha offerto il suo prestigioso ambiente a questo spettacolo rendendolo per questo ancora più speciale, e il suo impegno nel realizzare importanti eventi culturali come per l’appunto l’8° Estate Musicale Dianese facendo così sognare il suo pubblico.

Maria Pettinato

Artisti:

  • Flora Tosca: Irene Cerboncini
  • Mario Cavaradossi: Massimiliano Pisapia
  • Barone Scarpia: Enrico Marrucci
  • Spoletta: Angelo Bruzzone
  • Angelotti: Gianmaria Patrone
  • Sagrestano: Valerio Garzo
  • Sciarrone/carceriere: Giulio Ceccarelli
  • Pastorello: Giulia Medicina
  • Coro: Lirico Quadrivium di Genova
  • Orchestra Lombardia Lirica

Direzione:

  • Regia: Alessandro Bertolotti
  • Direttore d’Orchestra: Maestro Stefano Romani
  • Direttore del Coro: Maestro G.B. Bergamo
  • Scenografia/Costumi: Arte Scenica di Reggio Emilia

S’a va ben, a me maìu è una commedia semi dialettale in tre atti scritta da Franco Gramondo e interpretata dalla compagnia amatoriale dianese L’Arca di Noè, la quale ha offerto allo spettatore una rappresentazione umoristica e ben riuscita nel complesso.

Scenografie, dialoghi, musica, costumi, infatti, nel loro insieme hanno creato un’atmosfera “teatrale” nel vero senso semantico che ricorda per certi aspetti le commedie del grande Carlo Goldoni.

Tratti che le riecheggiano sono il prendersi beffa dei propri padroni da parte di Felice e Giacò, rispettivamente servitori di Bertu e Giachin, gli intrighi amorosi che vanno a crearsi tra i vari personaggi, Amelia e Bertu per primi, le conseguenti discussioni tra le rispettive famiglie, la casa di campagna e la classe sociale che per antonomasia è legata al denaro ed è facilmente vittima di burle da parte della servitù, la borghesia arricchita.

Elementi che rendono la commedia un susseguirsi di momenti dinamici capaci di coinvolgere il pubblico che, divertito, entra appieno nella trama interpretata prevalentemente in dialetto ligure e anche per questo ricca di enfasi e unicità.

Caratteristiche che emergono dalla passione che ne viene fuori, la quale è senza dubbio il motore dell’intero lavoro come dimostra uno spettacolo che ha palesemente alle spalle mesi di studio e di prove. Lo si nota nella comicità inserita al momento giusto, nella battuta pronta, nelle movenze dialettali e assolutamente efficaci.

Un lavoro dunque ben riuscito e con alla base una causa importante vista la decisione di devolvere il ricavato delle offerte del pubblico a famiglie bisognose.

Mi complimento con una compagnia unita artisticamente come L’Arca di Noè e che dire… l’Artefatto aspetta la prossima rappresentazione!

Maria Pettinato

Chi conosce Diano Marina (Imperia) è ben consapevole del fatto che l’estate qui comincia nella settimana di Pasqua, anche quando il clima non è dei migliori, cosa che accade molto raramente come dimostra il sole splendente nel cielo di questi giorni!

Le vie del centro si riempiono di turisti, le spiagge cominciano a rivivere e il clima dinamico tipico delle zone balneari anche. Ed ecco che gli eventi cominciano a prendere piede e a offrire giornate diverse, allegre e perché no culturali, che non fa mai male!

Ne è un esempio il Festival Internazionale del Folklore che il 12, il 18 e il 21 aprile ci ha offerto e ci offrirà giornate all’insegna della tradizione, del costume e dei balli popolari appartenenti a quarantadue gruppi folkloristici provenienti da tutto il mondo.

Colore, esuberanza, movimento fanno da protagonisti omaggiando i turisti e i cittadini dianesi di elementi tipici di paesi lontani, i quali si ritrovano sfilando i propri costumi ed esibendo i loro balli per le vie del centro.

Lo scopo è quindi quello di diffondere le proprie tradizioni e la propria cultura in assoluto divertimento. La passione e l’allegria emergono con intensità non solo nei balli, dai quali traspare una grande preparazione e un assoluto legame alla propria terra, ma anche nei sorrisi e nella commozione che viene fuori dall’applauso di un pubblico totalmente coinvolto.

È la soddisfazione di appartenenza a muovere gruppi di persone di ogni età, anziani, ma anche bambini e ragazzi che non vogliono abbandonare le loro usanze. E non esiste competizione tra popoli che sono diversi come è giusto che sia, ma comunque uniti nell’orgoglio e nella volontà di trasmettere il loro essere.

Esibizioni genuine e vere sono perciò le protagoniste di un festival ben riuscito nel complesso nonostante la poca organizzazione, a mio avviso, per ciò che riguarda il rispetto degli orari nella giornata di ieri 18 aprile: mi riferisco alla scelta controproducente di inserire in brochure come orario di inizio esibizione le ore 17, ma avviarla molto prima!

Nonostante ciò consiglio vivamente a tutti di partecipare alla prossima esibizione che si terrà domenica 21 aprile e mi complimento ancora una volta con Diano Marina, sempre pronta ad ospitare eventi coinvolgenti come questo.

Maria Pettinato

FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FOLKLORE di Diano Marina