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Archivio tag: 1 B

Rissa in galleria di Umberto Boccioni

Umberto Boccioni è stato uno dei principali artisti ed esponenti del Futurismo assieme al gruppo costituito da Filippo Tommaso Marinetti e Carlo Carrà. Un movimento il loro che ha coinvolto qualsiasi forma artistica e si direbbe lo stile di vita generale nell’Italia del XX secolo.

Uno dei dipinti più famosi di Boccioni è Rissa in galleria, realizzato nel 1910 e attualmente esposto alla Pinacoteca di Brera di Milano.

E come un degno quadro futurista è ricco di tensione.

In primo piano emerge la folla di persone che si accalca di fronte ad una caffetteria milanese situata in Galleria Vittorio Emanuele, per assistere ad una rissa tra due donne. In secondo piano invece protagonista è il paesaggio cittadino fatto di illuminazione artificiale data dai lampioni, capace di offrire all’osservatore uno scorcio storico importante, come quello sulla Belle Epoque.

A completare l’atmosfera di energia ci pensano i colori caldi che rendono il dipinto ancora più suggestivo e ricco di passione, così come è ricco di velocità, movimento e modernità. Tutte caratteristiche tipiche del movimento.

Corbella Riccardo, 1 B Classico

Phoebe Waller-Bridge Stars in Harry Styles' New “Treat People With Kindness”  Video: Watch | Pitchfork

Il testo della canzone Treat people with kindness (Tratta le persone con gentilezza), è un invito a comportarsi con gli altri in maniera gentile e ad accettarsi per come si è.

Harry Styles, autore della canzone, negli ultimi anni si è impegnato a portare avanti una lunga battaglia contro fenomeni come la mascolinità tossica, indossando abiti femminili, dimostrando di sentirsi bene e a suo agio con quest’ultimi.

Ogni giorno cerca di dimostrare come il modo di vestirci non determina la persona che si è e che si può essere uomini anche avendo uno stile più vicino al femminile. I fan sono rimasti molto colpiti dal video di Treat People With Kindness, soprattutto per il significato che ha e per il messaggio che vuole trasmettere. Nella clip, infatti, vengono ribaltati gli stereotipi di genere.

Un esempio? È Phoebe Waller-Bridge, famosa attrice britannica a tenere Harry durante il casquè, cosa molto insolita nella danza, dato che solitamente è l’uomo a sorreggere la donna. Approfondiamo però più attentamente questa cosa: nel video musicale della canzone, al minuto 2.16, Harry balla insieme a Phoebe, e poco prima di iniziare a ballare
entrambi si tolgono tutto ciò che li rende diversi, come ad esempio papillon e giacche.

Harry e Phoebe successivamente ballano in coppia, ma tutti e due fanno gli stessi movimenti, seguono la stessa coreografia, senza nessuna distinzione uomo-donna.

Con tutto questo Harry tiene a trasmettere un messaggio molto importante: i due che ballano sono la stessa persona, la parte femminile e quella maschile del cantante. Inoltre entrambi indossando pantaloni, camicia e maglioncino, ovvero abiti considerati maschili, ma sono presenti sui vestiti degli strass, che rendono il tutto anche più femminile.

Come abbiamo già detto, l’importantissimo messaggio che Harry tiene a trasmettere è stato molto apprezzato dalle fan, le quali associano al gesto una sensazione di felicità e di libertà indescrivibile.

Ovviamente la canzone ha anche un suo ritmo e un suo testo, a mio parere molto belli, ma più importante di tutti, è il sentimento di accettazione di noi stessi, di amore per quello che siamo e non di frustrazione per quel che non abbiamo.

La danza con la sua parte femminile, il sentirsi in pace con se stessi esprimono gli aspetti più armoniosi e gioiosi!

Per quanto riguarda invece la parte musicale, penso sia abbastanza evidente quanto Treat people with kindness sia
una canzone caratterizzata da una melodia molto allegra e ritmata, con un sottofondo strumentale e vocale che non passano inosservati.

Come possiamo intuire dal titolo, la canzone è un invito a trattare le persone con gentilezza, questa non è per Harry solo la frase con cui ha deciso di intitolare la canzone, ma proprio un suo motto, un invito che tiene a comunicare frequentemente anche sui social.

Marzorati Maria Chiara, Giacomelli Alessia, 1 B Classico

Banksy - Wikipedia

Banksy, artista e writer inglese dall’identità sconosciuta, ha raggiunto fama e notorietà negli ultimi anni come maggior esponente della Street Art grazie a opere di forte denuncia sociale e politica, dimostrando interesse in molteplici campi, da quello artistico a quello musicale raggiungendo quello cinematografico in qualità di regista.

Lo stile artistico di Banksy è finalizzato a trasmettere un messaggio satirico, spesso in contrasto alle convenzioni sociali in quanto, attraverso l’utilizzo della tecnica dello stencil, è riuscito e riesce a valorizzare numerosi edifici, mura o ponti di città di tutte le parti del mondo.

Tra le imprese più significative si ricorda la realizzazione di un murales a Gerusalemme raffigurante una colomba con un giubbotto antiproiettile nell’obiettivo di un mirino di un fucile. Il messaggio è chiaro: ribadire l’importanza di un dialogo pacifico tra le parti in conflitto perenne.

La volontà di Banksy è di rendere fruibile la sua arte alla collettività. Sceglie, dopo un attento e accurato controllo dei sopralluoghi, le superfici pubbliche visibili e difficilmente vende fotografie o riproduzioni dei suoi graffiti ai privati, anche se poi i proprietari degli edifici si affrettano a rimuovere i murales per poi venderli al miglior offerente.

La tecnica utilizzata, quella dello stencil, prevede un’attenta preparazione ma una realizzazione molto veloce, al riparo dalle forze dell’ordine.

Una delle opere più conosciute in tutto il mondo è Girl with balloon, nato come murales a Londra nel 2002 e poi staccato dal muro per essere venduto dal proprietario dell’edificio.

Banksy: the best paintings and the meaning of his art – Auralcrave

L’opera, uno stencil in bianco e nero con un palloncino colorato di rosso acceso, si limita a riprodurre una sagoma bidimensionale dipinta sul muro che coinvolge direttamente il passante, non solo per la qualità di realizzazione, ma anche perché la bambina poggia i suoi piedi a terra e si contrappone verticalmente all’orizzontalità della strada e del marciapiede.

Una riproduzione dell’opera Girl with balloon venne venduta dallo stesso Bansky ad un privato il quale, a sua volta, nel 2018, decise di metterla all’asta presso la famosa casa d’aste Sotheby’s.

Con sorpresa degli spettatori, allorché il banditore aggiudicò il quadro per una cifra di circa un milione e duecentomila dollari, improvvisamente dalla cornice inferiore l’immagine ha cominciato a scendere e a trasformarsi in tante striscioline sottili. 

Banksy ha progettato personalmente un congegno inserito nella cornice per distruggere l’immagine durante la vendita. Il congegno però, interrottosi a metà esecuzione, non ha distrutto interamente l’opera. Ancora non è chiara la presenza dell’artista durante l’asta.

Ciò che è certo è il video postato dall’autore sul sul suo profilo Instagram che mostra l’assemblaggio della cornice e l’inserimento all’interno della stessa di un tagliacarte.

Un video nel quale Banksy si limita a citare una frase di Picasso: «Ogni desiderio di distruzione è anche un desiderio di creazione».

Il misterioso writer britannico attraverso il video ha voluto quindi rimarcare le motivazioni della distruzione dell’opera che avrebbe dovuto essere un nuovo gesto di ribellione contro la commercializzazione dell’arte.

Un atto che in realtà ha creato una nuova opera. Il gesto eclatante ha difatti finito per accrescere il valore dell’opera che è stata ribattezzata Love is in the bin.

The satirical world of contemporary art – from Banksy to broadcasting |  Apollo Magazine

L’opera ci colpisce particolarmente per la genialità dell’autore che, attraverso l’alternanza di creazione e distruzione, rende perpetua la trasmissione del suo messaggio artistico incentrato sulla constatazione che l’amore, di qualsiasi tipo esso sia, non rimane mai sempre costante nella sua intensità, ma si evolve e cresce così come anche le persone maturano e cambiano.

Olivieri Tommaso, Bianchi Giuseppe, Russo Francesco, Vada Gael, 1 B Classico

Le Piccole donne di Greta Gerwig prenotano l'Oscar 2020 - Amica

Piccole Donne è un film diretto da Greta Gerwig e uscito nel 2019 e il 9 gennaio 2020 in Italia.

Ispirato all’omonimo libro della scrittrice statunitense Louisa May Alcott, nota principalmente come l’autrice della tetralogia di libri per ragazzi Piccole donne composta da due volumi usciti rispettivamente nel 1868 e nel 1869 ed editi dalla casa editrice Roberts Brothers.

Il film, stupefacente già solo per il cast che lo compone, tratta della storia delle quattro sorelle March, Meg (Margaret), Jo (Josephine), Beth (Elizabeth) e Amy, le quali vivono nella loro casa a Concord (USA) insieme alla madre (Marmee March), mentre il padre è in guerra come cappellano del fronte.

La protagonista principale, proprio come nel romanzo, è Jo March (Saoirse Ronan), giovane insegnante che tenta di farsi strada nel mondo della scrittura senza però ottenere grossi risultati per il semplice fatto di essere donna. Ma nonostante sia lei il personaggio principale, nella trama spiccano anche le quattro sorelle con le loro vite fatte di amori e di difficoltà, di sofferenze e di esperienze.

Oscar 2020: Piccole Donne conquista l'Academy e ottiene 6 nomination! -  Movieplayer.it

Caratteristiche presenti nel romanzo autobiografico in cui emergono difatti le difficoltà economiche della scrittrice che, nonostante un’egregia istruzione privata, fu costretta a lavorare fin da giovane come insegnante occasionale o sarta; così come ad influire nel cambiamento psicologico della donna è la morte della sorella Lizzie, per non parlare del fatto che all’epoca essere una donna non era facile, soprattutto se si voleva far carriera come Louisa May Alcott-Josephine March. 

Un film che rispecchia in tutto e per tutto il libro della Alcott, con una sola differenza: il tempo della storia, infatti il film non inizia a Natale come il romanzo. Nonostante ciò rimane un capolavoro coinvolgente, degno di nota per la gradevolezza e la pura bellezza che trasmette.

A dimostrarlo sono i numerosi premi vinti come il Critics’ Choice Movie Award alla migliore sceneggiatura o il New York Film Critics Circle Award alla miglior attrice non protagonista per citarne solo alcuni e le varie candidature (Oscar al miglior film e alla migliore colonna sonora, Critics’ Choice Movie Award al miglior compositore e al miglior cast, Golden Globe per la migliore colonna sonora originale, Producers Guild of America Award alla migliore produzione di un lungometraggio cinematografico… )

De Ghetaldi Emma, Gonella Laura, 1 B Classico

Malala Yousafzai. Io sono Malala | arte.go.shop

Nella sua autobiografia, Io sono Malala (Garzanti, 2018, corrispondente Christina Lomb), l’attivista pakistana Malala Yousafzai, racconta i primi anni della sua adolescenza vissuta in Pakistan, prima del trasferimento a Londra.

Protagonista è un’adolescente che desidera una vita normale, un sogno calpestato dai conflitti imposti nella Valle di Sevat, luogo in cui abita. Conflitti mai sventrati da parte di una politica incapace di intervenire.

Emerge quindi la vita di una giovane donna che, solo per il fatto di essere tale, viene privata dei diritti fondamentali come quello di istruzione e di libertà.

Una situazione ancor più grave, ma allo stesso tempo necessaria al cambiamento, si presenta però quando Malala viene colpita da un proiettile.

Occasione quest’ultima che le permette di raggiungere con un’ambulanza aerea la città di Londra dove viene curata e salvata.

Ma anche l’occasione che le permette di inviare il suo diario, scritto all’età di undici anni, alla BBC e portare alla luce internazionale una problematica così importante come quella della violenza in Pakistan e di tutte le conseguenze ad essa associate.

Il libro è infatti ricco di informazioni sia di ambito storico-geografico, vista la minuziosa descrizione dei crimini di guerra, dell’esistenza di società segrete e di derivate cospirazioni, sia di ambito sociale, in quanto emerge la visione di una giovane donna piena di sogni in un contesto ingiusto come quello in cui ha vissuto, e in cui donne come lei ancora oggi vivono.

Il fatto che sia un’autobiografia passa inevitabilmente per i pensieri e i sentimenti di Malala, così come ripercorre la sua vita accanto alla sua famiglia, elemento questo corredato di fotografie scattate dalla stessa autrice ai genitori e al fratellino.

Sicuramente la giovane grande donna, protagonista e autrice allo stesso tempo, ha dimostrato un grande coraggio, tanto da essersi avvalsa del Premio Nobel per la pace nel 2014.

Ne viene fuori un libro capace di non stancare mai, non solo per il carattere giovanile che emerge da una scrittura scorrevole e lineare, ma anche per il messaggio lanciato soprattutto alle nuove generazioni: quello di apprezzare le piccole cose, apparentemente scontate, ma così sognate dalla maggior parte del mondo!

Abate Sonia, 1 B Classico

TROY in televisione: recensione del film con Brad Pitt | MaSeDomani

Troy, diretto da Wolfgang Petersen, è un film epico/drammatico uscito nelle sale cinematografiche il 9 maggio 2004.

Un film ambientato in un’epoca antica, leggendaria e affascinante e che per questo ha riscosso un grande successo di pubblico e di critica confermato dai molti premi vinti tra cui il premio Oscar ai migliori costumi e l’MTV MOVIE AWARD al miglior combattimento e alla migliore performance (2005) per citarne alcuni.

L’opera di Omero, l‘Iliade, narra gli ultimi cinquantuno giorni della decennale Guerra di Troia, ed è da questa che David Benioff, sceneggiatore del film, si ispira per la realizzazione di Troy.

Il film narra infatti la famosa guerra svolta tra i Greci e i Troiani causata, secondo la mitologia omerica, dal rapimento di Elena da parte di Paride.

Il protagonista Achille, interpretato dal pluripremiato Brad Pitt, è l‘incarnazione della perfezione come dimostrano le caratteristiche che lo rendono così esemplare: bello, possente, audace e valoroso.

Ad emergere le due personalità contrastanti dei due fratelli: Ettore e Paride.

Troy - Film (2004)

Simbolo di forza e di coraggio il primo (Eric Bana), emblema di codardia il secondo (Orlando Bloom), come dimostra la sua fuga da Menelao, che nel poema di Omero spinge la dea Afrodite ad intervenire e a nasconderlo sulla torre di Troia.

Questo però non avviene nel film di Benioff il quale, volutamente, ha eliminato dalla trama l’elemento soprannaturale.

Manca infatti nel film la presenza di divinità, così come non è presente la morte epica di Achille: essa non avviene colpendo il tallone, ma la sua uccisione è totalmente “umana”.

Troy: recensione di una grande occasione persa - Cinematographe.it

Attraverso inquadrature di calibro elevato e ricche di effetti speciali Troy è riuscito nel suo intento, offrendosi come un vero e proprio capolavoro cinematografico.

Un film da riguardare perché coinvolgente e capace di suscitare emozioni, soprattutto nelle scene salienti ed iconiche, ma soprattutto un film riuscito nel tentativo di comunicare l’epica in modo originale ad un pubblico moderno.

Casano Giovanni Maria, 1 B Classico