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Laurence Anyways - Film (2012) - MYmovies.it

Laurence Anyways (2012) – il terzo tra i lungometraggi realizzati dal giovanissimo Xavier Dolan – si potrebbe banalmente catalogare come la rappresentazione del percorso di transizione di Laurence che, da uomo, decide di riconoscersi come donna.

Complessivamente, però, sarebbe forse più corretto considerarlo la rappresentazione di due persone che si amano ma che non possono più stare insieme, sebbene non riescano ad accettarlo.

Il percorso di cambiamento di Laurence (Melvil Poupaud) è tallonato dagli stravolgimenti che vive Fred (Suzanne Clément) a seguito di questa svolta nell’uomo amato. Nella loro vita di coppia fatta di risate simbiotiche, elettrica libertà ed esuberanza si impone una necessità di quiete; lo stesso silenzio che chiede Laurence a Fred per trovare il coraggio di dichiararle ciò che pensa, mentre lei, euforica come sempre quando sono insieme, non riesce a zittirsi.

La transizione di Laurence sembra passare quasi inosservata negli eccentrici anni Ottanta: i suoi studenti la accettano all’istante, amici e colleghi la supportano e si interrogano con ammirazione sulla sua esperienza.

Ma passerà poco tempo prima che Laurence si renda conto di essere in realtà diventata una creatura ai margini della società. In modo bruto e violento verrà infatti allontanata, sia metaforicamente che letteralmente, a più riprese nel corso del film, e la sua condizione le crollerà addosso inaspettatamente, di colpo: “ecce homo”, come lei stessa esplicita dopo uno dei primi segnali di scherno che le saranno rivolti, ingiustamente condannata per la sua condizione esistenziale.

Laurence sceglie di rifugiarsi dalla sua compagna, trovandosi allontanato anche dalla famiglia di provenienza. Se la madre fatica a comprenderla, tra Laurence e il padre sembra frapporsi una cortina d’incomunicabilità.

Laurence Anyways e il desiderio di una donna... - Wikipedia

Sebbene all’inizio si dimostri reticente a comprendere, Fred sceglie di sostenere Laurence nella sua scelta. Anche lei ostacolata dalla madre e dalla sorella, che non comprendono la sua scelta, decide di cullare la persona amata in questa fase così critica della sua vita.

Fred la vizia, la rallegra, le promette di essere al suo fianco nella sua rivoluzione; ma, suo malgrado, nonostante la buona volontà, non riesce a reggere la pressione del contesto. Fred cerca momenti di riflessione, si allontana a più riprese da Laurence per poi tornare, dopo aver raccolto le forze.

In uno di questi momenti, quello dell’eccentrica festa detta Cinébal, Fred si traveste per concedersi un momento di
evasione e spensieratezza. Il suo gesto assume però un valore completamente diverso da quello di Laurence: per la prima il travestimento è una parentesi di divertimento, per la seconda la trasformazione è una necessità interiore.

Già l’inizio del film anticipa l’atmosfera che caratterizzerà i minuti successivi. L’inizio, un dialogo su sfondo nero che precede il visivo, può facilmente risultare simbolico: le immagini si svelano difatti a poco a poco, così come fa Laurence nel corso del film.

Laurence Anyways – Dostoevskij e dintorni

Il regista, anche sceneggiatore, sceglie di non mettere in scena il momento in cui Laurence confessa alla compagna di voler diventare donna. Lo spettatore vede solo il prima e il dopo, senza poter assistere all’evento scatenante.

Una scelta che, per quanto azzardata possa apparire, permette di percepire le conseguenze del momento come ulteriormente inaspettate e caustiche: nessun crescendo ci porta a quell’esplosione, motivo per cui appare ancora più forte.

Terzo film del promettente giovane autore e regista canadese, Laurence Anyways è il primo in cui non recita (se si esclude un quasi impercettibile cameo nella scena del Cinébal).

Dolan, già noto per la sua abitudine a lavorare con determinati interpreti che si ripetono nei suoi film, sceglie in questo caso di collaborare con alcune delle sue “attrici feticcio”: Suzanne Clément (qua Fred), già comparsa nel film d’esordio Ja’i Tué Ma Mère e in Mommy, e Monia Chokri (Stéfanie Belair, sorella di Fred), co-protagonista assieme allo stesso Dolan in Les Amours Imaginaires.

Troviamo inoltre alcuni temi e situazioni narrative cari al regista, come il topos dell’incomunicabilità, i dialoghi urlati (qua come in J’ai Tué Ma Mère) e l’espediente del tè riconciliatorio (qua tra Fred e Laurence, in Les Amours Imaginaires tra Francis e Marie).

Non meno importanti, molti stilemi registici tipici di Dolan compaiono anche in questo lungometraggio, come il ricorso al ralenti e l’insistenza sui primi piani. Soprattutto, troviamo in Dolan la tendenza a esplicitare sensazioni e metafore: ad esempio, quando Fred è sconvolta, il regista sceglie di ritrarla imperturbabile, nel suo elegante salotto, mentre un travolgente getto d’acqua proveniente dall’alto la colpisce.

Probabilmente, proprio il suo stile ben definito e la sua vicinanza a temi della comunità LGBT+ lo rendono il regista più idoneo a narrare per immagini una vicenda del genere, creando una commistione di intimità e lirismo, fragilità e passioni viscerali che caratterizzano Laurence Anyways, rendendolo unico nel suo genere.

Eleonora Noto