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Ti chiedi se capita solo a te, se sei l’eccezione, o se esistono madri che, come te, piangono durante l’ora della favola.

Amélie Cordonnier

È una donna senza nome, privata di emozioni e della propria dignità da un uomo che le dice di amarla, la protagonista di L’Amore malato (Gremese-Narratori Francesi Contemporanei, 2018), romanzo d’esordio della giornalista francese Amélie Cordonnier, tradotto in italiano da Maria Stella Tataranni.

Una donna che va avanti, giorno dopo giorno, credendo sia un incubo dal quale prima o poi si sveglierà, una madre che vive per i suoi figli, Romane e Vadim, ma che in realtà è consapevole del dolore da loro provato per ciò che vedono e sentono quotidianamente, una moglie molestata psicologicamente e fisicamente di nuovo, dopo sette anni in cui aveva creduto che tutto il marcio vissuto negli anni precedenti fosse svanito.

Aveva vissuto nell’illusione che lui fosse guarito. Lei aveva imparato ad andargli incontro, lui ora faceva la spesa. Lei gli aveva dato un secondo figlio, lui la coccolava. Lei lo faceva sentire importante, lui finalmente non si arrabbiava più.

Semplicemente un’illusione però che spinge la donna senza nome ad annotare gli insulti e le oscenità rivoltale quotidianamente da Aurèlien autoconvincendosi che così facendo avrebbe trovato la forza di lasciarlo definitivamente e che quel giorno sarebbe stato quello del suo quarantesimo compleanno, il 3 gennaio, il giorno in cui sarebbe rinata.

Un modo per trovare la forza, un modo per ripercorrere nella mente i momenti, le gioie, i dolori, le illusioni, i perdoni, le scuse, i “non succederà mai più” e i “non sono riuscito a controllarmi”, ma anche le offese e gli schiaffi.

Il metodo per non dimenticare, per non lasciarsi più abbindolare, che le permette di trovare la forza di scappare via, sperando che la fuga sia quella definitiva, anche se il finale lascia ahimè immaginare tutt’altro.

Una storia come quella di tante raccontata dall’autrice con l’intento di toccare il lettore nel profondo.

E lo fa attraverso una scrittura documentaria, ma allo stesso tempo nervosa, capace di descrivere dettagliatamente le singole emozioni vissute da una donna non rispettata dall’uomo che le aveva giurato amore eterno.

È infatti la descrizione di ciò che la vittima sente dentro, del volerlo giustificare, comprendere, e anche analizzare trasformandosi oggi in una psicologa e domani nel suo sacco da box sul quale lanciare insulti di vario genere, quelli che fanno più male dei pugni e dei calci.

Ad emergere è la cronaca di una vita, non diversa da quella di molte donne che ancora oggi, nonostante la frequenza attiva con cui si parla di violenza sulle donne e delle moltissime associazioni presenti, vivono nell’oppressione e nel terrore, ma anche semplicemente nella convinzione di essere loro quelle sbagliate.

Un romanzo crudo e vero nella sua semplicità, capace di far riflettere, consigliato non solo a chi ha bisogno di capire che ciò che le viene offerto in realtà non può definirsi amore, ma a tutte le donne, anche alle altre, a quelle che giudicano volente o nolente.

Maria Pettinato

È giornalista dal 2002. Dopo aver lavorato per l’emittente Europe 1, nonché per il quotidiano La Tribune e il settimanale Le Journal du Dimanche, dal 2014 è diventata responsabile della rivista Femme Actuelle. L’Amore malato (Trancher, 2018) è il suo primo romanzo, cui è seguito nel 2020 Un loup quelque part, entrambi pubblicati in Francia da Flammarion.

Author: Maria Pettinato

Maria Pettinato, Laureata con Lode in Discipline delle arti, della musica e dello spettacolo e in Scienze dello spettacolo presso l'Università degli Studi di Genova (Facoltà di Lettere e filosofia). Nel 2013 pubblica il libro “Potere e libertà. Briganti nella Calabria post-unitaria (1861-1865)”. Si dedica quindi ad alcune esperienze in campo giornalistico ed editoriale, e nel 2019 decide di avviare L’Artefatto, un progetto culturale, al tempo stesso dinamico e critico.  

One Reply to “La violenza delle parole in “L’AMORE MALATO”, il romanzo-cronaca di Amélie Cordonnier”

  1. Maria Pettinato says: 14 Novembre 2020 at 21:37

    Thanks you! Come back to visit it

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