Verso Tellaro cupole di fogliame da cui sprizza una polifonia di limoni e arance e il velo evanescente di una spuma, di una cipria di mare che nessun piede d’uomo ha toccato o sembra, ma purtroppo il treno accelera…
Eugenio Montale
22 maggio 2019. Il secondo giorno nel Golfo dei Poeti è cominciato nel migliore dei modi: colazione al sesto piano dell’Hotel Shelley e delle Palme con tanto di vista mozzafiato su Lerici, e centro benessere, dove ad accoglierci abbiamo trovato Alessia, professionista nel settore estetico, che con gentilezza ci ha accolte e coccolate. (Clicca qui per leggere Primo giorno nel Golfo dei Poeti: LERICI E SAN TERENZO.)
E poi di nuovo nel magnifico centro lericino, che più lo ammiri e più te ne innamori, che più lo guardi e più ti senti immerso in un’epoca remota in cui regnano armonia e serenità, in cui l’ispirazione si fa strada cullandoti, così come le onde del mare il cui suono ti rilassa su uno scoglio.
Luogo magico da qualsiasi punto di vista, che sia esso una semplice ma strepitosa frittura mista preparata con il sorriso dalle ragazze della gastronomia Siamo Fritti, un tramonto meraviglioso sul mare che per fortuna abbiamo visto dopo due giornate di nuvole (perché vi assicuro che ne vale davvero la pena!), un gruppo di bambini che giocano sereni a pallone riportandoci alla mente i ricordi dell’infanzia, un set fotografico di abbigliamento tedesco in piazza Garibaldi con tanto di Vespa 50 Special presa in prestito da un ragazzo del posto,…
Ma è il pittoresco borgo di Tellaro, il più bello di Italia, la ciliegina sulla torta come si suol dire! Splendido come gli altri, ma dotato di quell’essenza tutta sua, che può definirsi a tratti malinconica ed enigmatica.
Sono i piccoli vicoli sui quali barchette di tonalità diverse tra loro vengono ancorate, i gattini sui davanzali immersi anch’essi nel tempo sospeso, la Chiesa Oratorio di Santa Maria che erge sulla cima, il mare davanti alle case, la Chiesa di San Giorgio Martire che sembra quasi uscire dalla spuma delle onde, le vasche nelle quali le donne del borgo si incontravano per fare il bucato, a rendere Tellaro un paradiso di pace.
Sono fascino, mistero e leggenda le parole che vengono alla mente ripensando a questo piccolo, ma grande borgo, “un nirvana tra mare e cielo, tra le rocce e la montagna verde” come lo ha definito Mario Soldati.