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Archivio tag: BASTARDI SENZA GLORIA

Chi di voi ha visto almeno una volta un film di Quentin Tarantino può capire quando parlando del suo cinema lo definisco straordinariamente eccentrico, quasi esagerato, ma dotato di una qualità che pochi riescono ad offrire perché curato nel dettaglio e nella simbologia.

L’esempio lampante di questa mia descrizione è associabile senza dubbio a Bastardi senza gloria, un film del 2009 ambientato nella Francia ’44 durante l’occupazione nazista, che vede come personaggi principali un gruppo di soldati americani, per lo più ebrei, impegnati nella missione di uccidere il maggior numero di nazisti.

Un obiettivo presentato allo spettatore attraverso immagini tipicamente “tarantiniane” se mi concedete il termine, caratterizzate cioè da una crudezza di fondo.

Teste mozzate, sparatorie, sangue ad ogni luogo, tatuaggi a forma di svastica appuntati sulla fronte dei nemici con un coltello sono le classiche scene che ci si sarebbe aspettati in un film di Tarantino, scene quasi irreali se vogliamo e per certi aspetti ironiche come vuole essere il suo cinema, e per questo assimilabili.

Ironico è un Hitler volutamente ridicolizzato, presentato in pieno esaurimento nervoso e a volte sensibile di fronte alla morte dei suoi uomini, o gli stessi nazisti, spesso così stupidi da non accorgersi dell’evidente presenza americana accanto a loro come accade ad esempio durante la prima cinematografica con le due spie vestite in smoking. Leggerezze perciò associabili ad una realtà a volte contorta, imperniata di finzione, quasi appunto fumettistica.

Non manca poi ciò che rende i film di Tarantino unici nel loro genere: l’eleganza, quel gusto ricercato che ritroviamo nei colori adottati dal regista, tonalità sobrie in contrasto con l’eccentrico rosso che è il protagonista indiscusso per tutto il film, o nelle stesse inquadrature, che studiate nel dettaglio si trasformano quasi in fotografie.

Degna di nota è infine l’interpretazione dinamica e quasi estrosa di un Brad Pitt che, unita a quella per certi versi “surrealista” degli altri attori, è riuscito ad offrirci un film tipicamente “tarantiniano”.

Maria Pettinato