Loading...
Cerca

Sono passati tre anni dal terremoto del 24 agosto 2016, tre anni da quando Amatrice si è spenta assieme a quasi trecento persone portando via con sé la serenità dei suoi abitanti.

Le sue case, le sue cento chiese, i ricordi e le emozioni di quei luoghi si sono trasformati in Memoria.

E per fortuna la musica ha la capacità di lasciare un’impronta tale da farli ancora vibrare, come fa l’arte delle sue chiese che riesce comunque a rimanere, nonostante anch’essa ha smesso di esistere da quella maledetta notte.

Un vero e proprio patrimonio artistico mantenuto in vita dal commovente Matrix Pulcherrima, canto malinconico in versi di Concetta Persico, accompagnato dalla musica di Camillo Berardi, suonata al pianoforte da Emanuele Mancini, ed eseguito vocalmente da Mara Vittori.

Una melodia struggente e così dolce da strappare a chi l’ascolta una lacrima, ma allo stesso tempo un sorriso, se pur nostalgico, come se dalle sue emozionanti note trapelassero episodi e momenti di quotidianità insiti in quei luoghi.

Delicata dedica d’amore dal cui testo, scritto dalla Persico in un vernacolo dell’alta Sabina, traspare il viscerale attaccamento per la propria terra, che è sinonimo di origini, famiglia, legame.

Ricordi che tornano alla mente nei sogni in cui Amatrice è luce trionfante sull’oscurità della notte e per questo capace di riaccendere l’emozione nel cuore.

E le opere quattrocentesche che ornavano le chiese amatriciane vengono illuminate da quella stessa luce e cullate da una sorta di ninna nanna caratterizzata da armonie diverse tra loro come attesta, per tutta la sua durata, la successione di svariati accordi.

Matrix Pulcherrima è in tal modo un canto materno, un dolce ricordo, talmente intimo e sentito da trascinare con sé l’ascoltatore, che entra in un’atmosfera surreale in cui gli affreschi di Amatrice, con tutta la loro originale eleganza, assieme ai sogni, ai sorrisi e alle speranze emergono ancora più belli di prima.

Maria Pettinato

Author: Maria Pettinato

Maria Pettinato, Laureata con Lode in Discipline delle arti, della musica e dello spettacolo e in Scienze dello spettacolo presso l'Università degli Studi di Genova (Facoltà di Lettere e filosofia). Nel 2013 pubblica il libro “Potere e libertà. Briganti nella Calabria post-unitaria (1861-1865)”. Si dedica quindi ad alcune esperienze in campo giornalistico ed editoriale, e nel 2019 decide di avviare L’Artefatto, un progetto culturale, al tempo stesso dinamico e critico.